Diplomi di Benemerenza
1° Maresciallo Guido Marzano (Marina Militare)
Marco Ciampi (Firenze)
Vice Sovrintendenti Aronne Marton e Andrea Bevilacqua (Polizia di Stato)
Immediatamente il Vice Sovrintendente Marton e l’Assistente Capo Bevilacqua, spogliatisi parzialmente della divisa, si tuffavano nelle acque del fiume in un punto abbastanza profondo ed interessato da frequenti vortici dovuti alla presenza di alcune turbine idroelettriche. Raggiunta la donna, dopo vari sforzi e manovre per trarla in sicurezza, gli operatori riuscivano a trascinarla fino alla sporgenza di una scalinata dove, assieme all’equipaggio di un’altra volante, veniva riportata oltre il parapetto che delimita il fiume, preoccupandosi, inoltre, di coprirla con la giacca di una divisa, al fine di scongiurare il grave stato di ipotermia, in attesa di personale medico che giungeva poco dopo e provvedeva al definitivo soccorso e ricovero della donna.
Luogotenente Gennaro Greco (Aeronautica Militare)
Matteo Lucherini Bargellini (Firenze)
Scudi di Bronzo
SAMUELE MORATO (MONTEBELLUNA – TV)
Il gesto di Samuele è molto importante ed è sicuramente il frutto di una buona educazione ricevuta. Ha imparato bene e ha fatto suoi gli ideali di rispetto, disponibilità e amore. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Per questo abbiamo voluto assegnargli questo riconoscimento, perché sia un esempio per tutti.
Nertil Qato (Livorno)
È tornato una terza volta per assicurarsi che nell’appartamento non ci fosse qualcun altro. Nertil Qato, 31 anni albanese, ha detto di aver provato una grande emozione. Noi gli siamo riconoscenti per aver salvato delle vite incurante del pericolo che lui stesso stava correndo.
Maestra Elena Cecchini e i suoi alunni (Riccione)
Questo è un grande insegnamento di solidarietà. Questi bambini un giorno per strada si fermeranno ad aiutare chi ha bisogno e non si volteranno dall’ altra parte! Grazie maestra Elena Cecchini, grazie ai suoi piccoli alunni.
Vice Brigadiere Eugenio Sturniolo (Carabinieri)
Luogotenente C.S. Graziano Cunsolo (Guardia di Finanza)
Scudi di Argento
Colonnello Arnaud Beltrame – Gendarmeria Nazionale Francese (alla memoria)
Trèbes, città a sud della Francia, è la mattina del giorno 24 Marzo 2018. Un terrorista dichiaratosi sostenitore dell’Isis prende d’assalto un supermercato, armato di coltello, pistola e tre bombe rudimentali. Ha già ucciso due persone e preso molteplici ostaggi quando la polizia inizia una lunga trattativa per il rilascio degli ostaggi.
Senza esitare, con estremo coraggio ed eroismo il Tenente Colonnello Arnaud Beltrame, 44 anni, si offre, convincendo il terrorista a lasciare libera l’ultima donna rimasta all’interno del supermercato, una cassiera, prendendo il suo posto come ostaggio. Beltrame, entrando nel supermercato poggia il suo cellulare su un tavolo, con la linea aperta in modo che la polizia all’esterno potesse ascoltare e monitorare l’attività e l’evoluzione degli eventi.
Dopo tre lunghe ore di attesa e trattativa, il terrorista, in preda alla sua follia, spara all’impazzata e Arnaud rimane gravemente ferito, perdendo la vita. Ma è grazie al suo telefono che i suoi colleghi del GIGN, le teste di cuoio francesi, irrompono nel supermercato e dopo una sparatoria uccidono il terrorista assalitore.
L’autopsia rivelerà poi che Beltrame aveva molteplici ferite da arma da fuoco ma morì per le ferite da arma da taglio alla gola. La Francia ed il mondo intero hanno riconosciuto il coraggio e ed il gesto di estremo eroismo di Beltrame, eroe nazionale in Francia, insignito dal Presidente Macron con la Legion d’Onore e il rango postumo di Colonnello.
Renato Saba, Rodolfo Fanni, Lorenzo Fana
I tre amici – Renato Saba, Rodolfo Fanni e Lorenzo Fanari – fortunatamente, hanno sentito le urla della donna mentre si trovavano a casa di uno di loro, che abita nella via accanto. Per entrare ad aiutarla, hanno forzato una finestra e l’hanno trovata riversa a terra.
All’interno, l’aria era ormai irrespirabile e il loro intervento è stato provvidenziale perché, spegnendo subito il gas e aprendo le finestre, hanno evitato che l’incendio si propagasse e diventasse rischioso anche per le case vicine. Poi la chiamata al 118 e ai carabinieri di Villacidro.
«Ci siamo informati su Internet sui comportamenti da tenere in casi di pericolo come quello di cui siamo stati protagonisti – hanno spiegato i tre soccorritori – Non chiamateci eroi, abbiamo fatto quello che dovrebbero fare tutti in una situazione del genere, anche i giovani come noi».
Auser Volontariato Onlus (Borgomanero – Novara)
Lorenzo Pianezza (Milano)
Si china poi a raccogliere dai binari un oggetto, la trombetta di plastica che era scivolata al piccolo durante la caduta. Un’ultima occhiata lungo i binari e, girandosi di schiena per far leva sulle braccia, si issa sul marciapiedi per risalire la banchina. Sono passati meno di trenta secondi in tutto. È fatta! Quando risale la banchina il bambino piange e Lorenzo gli mette una mano sulla spalla per tranquillizzarlo. La mamma, terrorizzata, ha appena il tempo per ringraziarlo prima che Lorenzo sparisca, in silenzio, salendo sul treno che nel frattempo era arrivato. Madre e figlio, senegalesi, saranno poi accompagnati in ospedale per accertamenti.
Oltre alla grande paura, soltanto un’abrasione al ginocchio del piccolo. Questo gesto eroico ha avuto una grande risonanza mediatica, grazie al video delle telecamere di sicurezza poste all’interno della metropolitana, divulgato poi tramite i social media insieme ad un appello su Facebook, rivolto alla popolazione, da parte del Sindaco di Milano, per aiutarlo a rintracciare quel ragazzo eroico sconosciuto e per ringraziarlo a nome della Città. Fu poi lo stesso Lorenzo, venuto a conoscenza dell’esistenza del video e delle immagini divulgate in rete, sorpreso da tanto clamore, a contattare il sito web “MilanoToday” e rivelare la sua identità. Un gesto pregevole, di coraggio e di eroica solidarietà umana, fatto in silenzio, senza clamore e, soprattutto, senza cercare notorietà (nonostante i tempi odierni caratterizzati dalla ricerca esasperata del “comparire ad ogni costo”). Due gesta encomiabili per un unico atto eroico, l’aver salvato un bimbo dal pericolo imminente, mettendo a repentaglio la propria incolumità, insieme alla semplicità di un’azione “che era giusto compiere”, senza vanto.