Edizione 2009 – Scudi di Argento

Ecole primaire Albert Camun de Plaisir

Una bambina di 7 anni della scuola elementare veniva avvicinata da un uomo che con la scusa di regalarle delle caramelle la prendeva per un braccio con l’intento di trascinarla verso l’auto. Un compagno di classe di 8 anni, notata la scena accorreva e per difendere la bambina prendeva a pugni e calci l’uomo e facendogli uno sgambetto, lo disorientava. Il movimento attirava l’attenzione degli altri compagni che accorrevano mettendo in fuga l’uomo e salvando la compagna dal tentativo di rapimento .
( Plaisir – Regione Parigina – 26 Marzo 2009)

Antonietta Dolores FASOLINI (alla Memoria)

A mezzogiorno Antonietta ha rimboccato le copertine alla bimba e si è incamminata verso casa spin¬gendo il passeggino: pochi passi sul marciapiede in dire¬zione del municipio di Musco¬line, paese di 2.500 abitanti sulle colline non lontane dal lago di Garda. La donna stava per attra¬versare la strada provincia¬le, vietata dal sindaco ai mezzi pesanti con un’ordi¬nanza di due mesi fa, quan¬do dalla curva è sbucato al¬l’improvviso un trattore ca¬rico di fieno. «Dolly», così la chiamavano gli amici, ha avuto il tempo di urlare: «No, la bimba no…». Disperata, ha trovato la forza per spingere il passeg¬gino verso l’altro capo della strada. Poi il trat¬tore l’ha travolta senza accorgersi di nulla.
“Angelica si è salvata per miracolo — racconta Giordano, falegna¬me e papà della piccola —. Antonietta si è sacrificata per mia figlia, l’ha salvata a co¬sto della sua vita.” Un grande atto di amore e di solidarietà.

 

Peter RAFFEINER

Mentre era seduto su una panchina a pescare in un lago, notava che un suo amico disabile aveva perso il controllo della carrozzina elettrica. Dopo alcuni metri di guida senza controllo a causa di una buca la carrozzina si ribaltava catapultando il malcapitato in acqua . Con coraggio e noncurante del pericolo Peter, pur impedito da handicap, non esitava un attimo e si buttava nel lago sorreggendo il suo amico e salvandolo da sicuro annegamento, fino all’arrivo dei soccorsi.
(Lago di Prato dello Stelvio Bolzano Luglio – 2009)

 

A. OSMAI MADI

Il racconto di Osmai: “Casa mia era un cumulo di macerie, in un attimo è crollata. Tutta la mia famiglia è stata sepolta. Gridava la mia moglie. Però ho prima sollevato le lastre di cemento e trascinato la mia prima figlia verso la strada. Poi sono corso da lei. Mi sono fatto male, vedi le mani? Vedi i piedi? Quando ho finito con lei mi sono diretto verso Valbona, la mia ultima ragazza. Ho scavato e scavato ma non c’è stato niente da fare, Valbona non si muoveva, e io non potevo aiutarla”.
Valbona era morta e Osmai anziché piangerla e disperarsi e maledire la terra e il cielo, l’Italia e il lavoro, maledetto lavoro che a Tentovo – la sua città – non si trova, ha osato dove nessuno avrebbe mai potuto solo correre col pensiero.
Osmai ha lasciato la sua Valbona, la sua figlia morta. Ha lasciato la morte al suo posto ed è corso a soccorrere la vita. Non la sua ma quella dei suoi compagni: di suo cognato, delle nipoti, di Renza, Almiz, Zonura, tutti nati all’Aquila. Figlioletti di macedoni. Immigrati di seconda generazione. Per undici volte le spalle e le mani di Osmai, questo Cristo trafitto, hanno trascinato via corpi feriti ma in vita, bimbi impauriti ma forti, mogli angosciate, nonne in lacrime. Un grande e bell’esempio di solidarietà umana.
Sottocapo 1^ cl. Simone Neri – M.M. (alla Memoria)

Simone Neri era un ragazzo sorridente. Era sottocapo di I^classe della Marina. Aveva una ragazza bellissima e sognava una famiglia come tutti. Aveva 28 anni e quel tragico giovedì era riuscito a mettersi in salvo mentre il paesino di Giampilieri crollava sotto il fango della montagna. Era in salvo sopra un tetto. Così, ascoltando le richieste d’aiuto intorno a lui, non ha resistito: e allora ha cominciato a darsi da fare. Prima ha salvato un vicino che urlava disperato dalla sua casa crollata; poi è corso ad aiutare una donna intrappolata tra le macerie: l’ha presa in braccio e l’ha portata in salvo sopra il tetto sicuro. Poi è toccato ad un amico sulle spalle … avanti e indietro per otto volte. Alle 21,00 l’ultima telefonata alla sua ragazza: “c’è un bambino che piange, vado a salvarlo. Qualsiasi cosa succeda, ricordati che io ti amo”.
Ma la sua corsa questa volta si è fermata.
Estremo gesto di solidarietà umana. Riposa in pace eroe.

 

Corpo Naz. Dei Vigili del Fuoco

Dove c’è l’emergenza, c’è il vigile del fuoco: dal piccolo intervento alla grande calamità sempre vicino alle persone, tra le persone, per portare il soccorso. l’aiuto, la protezione, la solidarietà e la vicinanza.
E questo i vigili del fuoco lo fanno da sempre, dall’antica Roma, ai civici pompieri, alla fondazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco avvenuta settanta anni fa dalla riunificazione dei vari Corpi dei Pompieri. L’opera del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, componente fondamentale del sistema di protezione civile, è fatta di interventi immediati di soccorso tecnico sul territorio nazionale ed all’estero che rendono questa Istituzione un punto di riferimento di eccellenza del nostro paese e nel mondo.
L’attività dei Vigili del Fuoco testimonia ogni giorno la meritoria opera di dedizione e di umana solidarietà.